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Il Circolo Sassarese, fin dal 1875, ha sede nel Palazzo Quesada di San Sebastiano. Costruito nella prima metà del XIX secolo da Don Carlo Quesada Marchese di San Sebastiano esso sorge in Via Mercato e fronteggia il Largo San Sebastiano. Tradizionalmente si vuole che il Palazzo fosse destinato al figlio secondogenito del Marchese, Don Ignazio Quesada Conte di San Pietro, che effettivamente nel 1852 ne divenne proprietario.

Il progetto si deve a illustri architetti operanti in città nella prima metà del XIX secolo, quali Giuseppe Cominotti – allora occupato alla riedificazione del teatro annesso al Palazzo Civico -, il Frate Antonio Cano, impegnato in quel periodo nella ristrutturazione della Chiesa di Santa Maria e Felice Orsolini, genovese, figlio dello scultore che creò alcuni altari della cattedrale di San Nicola.

pregetto

L’epoca della progettazione dovrebbe essere tra il 1837, anno in cui è attestata la presenza dell’Orsolini a Sassari, e il 1840, anno della morte improvvisa del Frate Antonio Cano.

portone

Il nucleo originario del palazzo era costituito dalla parte centrale, quella con il grande portone che da accesso al Circolo Sassarese, confinante a sinistra con un’altra proprietà dello stesso conte e a destra con un antico palazzo, prospettante in via Usai, anch’esso della famiglia Quesada. Di quest’ultimo edificio, il nuovo palazzo, godeva del giardino.

giardino

Non è chiaro se nel 1892, quando il dissesto finanziario del proprietario fece si che le tre costruzioni, quella verso il Carmelo, il Palazzo vero e proprio e la casa più antica di Via Usai, venissero vendute all’asta, l’imponente edificio fosse completato oppure no.

In seguito, il Palazzo, insieme alle costruzioni adiacenti, divenne proprietà di Maurizio Pintus (1836-1920). Questi era un abile uomo d’affari che dal nulla costruì una cospicua fortuna grazie al commercio del bestiame e ad abili speculazioni. Divenuto industriale investì assai bene i suoi guadagni, tanto da divenire ricchissimo e grande proprietario terriero. Fu proprietario dello Stabilimento di Santa Maria in società con l’ingegner Fasoli. Dopo la morte del socio (stritolato dagli ingranaggi di un mulino) lo vendette ai fratelli banchieri Antonio e Francesco Costa, che dopo un fallimento cedettero a Salvatore Azzena Mossa, un altro abile uomo d’affari di origine tempiese che fece a Sassari la sua fortuna.

In società con il cognato Giuseppino Carta acquistò dal Cavalier Maffei la vastissima tenuta di La Crucca. Insieme la innovarono e la ingrandirono fino a portare l’azienda all’estensione di 2.200 ettari e facendola ben prosperare.

Nel 1909 incaricò l’ingegner Domenico Cordella e l’architetto Angelo Marogna di redigere un progetto che unisse al prestigioso palazzo lo stabile verso il Carmelo, completasse gli interni dello scalone e degli appartamenti con una sopraelevazione e unificasse la facciata. Il progetto fu completato il 29 aprile 1909 e di li a poco si iniziarono i lavori che furono conclusi nel 1911, come attesta un’iscrizione collocata nell’imposta del tetto, nel lato verso il Viale Umberto. Ciò fece si che l’insieme degli appartamenti del palazzo raggiungesse l’estensione di circa 5.000 mq.

progetto progetto

Attualmente il Palazzo è soggetto a vincolo di tutela da parte della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici ed è stato di recente oggetto di lavori di ristrutturazione e conservazione che l’hanno restituito al suo antico splendore.

Gli esterni

La grande facciata su Via Mercato presenta undici aperture per piano più altre tre sul risvolto dell’angolo verso Via Usai che però appartengono al palazzo attiguo. Il piano terreno è caratterizzato da listellature orizzontali parallele dove si aprono gli ingressi – le cui aperture sono state uniformate con i lavori del XX secolo – ed ampi magazzini. Al centro, in finta simmetria, è il portone principale ricavato in quello che probabilmente era l’accesso ad una torre esterna all’antica cinta muraria della città, come si evince dagli antichi cardini in pietra ancora visibili all’interno dell’atrio. Il portone è centinato e presenta una lunetta in ferro battuto con le iniziali M P (Maurizio Pintus).

facciata

Gli interni

L’interno presenta un atrio imponente caratterizzato dalle belle decorazioni ottocentesche a finti stucchi dipinti e dal bel pavimento in battuto veneziano novecentesco, al centro del quale tornano le iniziali M P. La scala a tenaglia ha i gradini in ardesia e porta direttamente al piano nobile, quello di rappresentanza, che ospita dal 1875 il Circolo Sassarese.

androne corridoio

Si sa che alla decorazione delle sale lavorarono molti artisti, quali il milanese Giovanni Dancardi che, insieme al genovese Davide Dechifer, contribuiva alle decorazioni del Palazzo della Provincia di Piazza d’Italia, o il sassarese Antonio Sassu, anch’egli impegnato nel Palazzo Provinciale. A loro si possono attribuire anche le decorazioni delle scale.

scalone.jpg sala rossa

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